lunedì 24 febbraio 2014

Le sculture che indagano la multidimensionalità dell'essere umano

Da Bloggokin riportiamo l'intervista di Stefania Nebularina ad Alessandra Spigai.

nella foto: Alessandra Spigai e l'opera: Grace
Alessandra Spigai, artista eclettica e poliedrica, terrà la sua prima mostra della serie di sculture MUSE INTERIORI giovedì 20 Febbraio 2014 presso la Sala Comunale d’Arte in Piazza dell’Unità a Trieste. Per l’occasione ci ha onorati di una breve intervista.

Abbiamo già avuto il piacere di intervistare Alessandra qui su Bloggokin, occasione preziosa che ci permise di parlare dei suoi personali Type Objects. Oggi vi mostriamo le sue sculture, la sua arte sempre più materica, plastica e viscerale. Conoscere e parlare con Alessandra è un viaggio bellissimo verso la profondità dell’umano, di lei come artista, di noi come come fruitori, uniti insieme da quel collante che è puro impeto alla vita.

La mostra MUSE INTERIORI, curata da Peter Iancovich per OpenUpArtGallery, verrà inaugurata il prossimo 20 Febbraio 2014 alle ore 18.00 e rimarrà aperta fino al 12 Marzo 2014, presso la Sala Comunale d’Arte in Piazza dell’Unità a Trieste.

Ad accogliere il visitatore vi sarà questa serie di sculture magmatiche e intense elaborate dall’artista:
figure misteriose e dense di significato, rappresentanti dei numerosi strati emozionali che costituiscono l’essere umano, [...] personaggi che sembrano provenire da un passato classico di un tempo indefinito e giungere contemporaneamente da un ipotetico futuro visionario [...]. Sono le varie sfaccettature dell’essere, i compromessi e le vergogne, ciò che ci rende orgogliosi e ciò che rifuggiamo, parti di noi che sono uomo e donna, adulto e bambino, guerriero e custode. Sono le parti delicate e quelle intense, nascoste e conviventi di noi stessi, e il riconoscerle e celebrarle è il fine della ricerca di Alessandra Spigai.

Alessandra ci traina nel suo animo interiore, accompagnandoci contemporaneamente nel nostro, stimolando la nostra osservazione, ma sopratutto la nostra consapevolezza sul vissuto.

Anche in questa occasione si è ben offerta di rispondere a qualche nostra domanda, personalmente colgo l’occasione per ringraziarla ancora e ancora, per avermi permesso di entrare ancora più in contatto con la sua arte.

Cosa ti ha portata alla scultura? Come sei approdata ad essa e cosa vi hai trovato?

Ho un’anima inquieta. Continuamente alla ricerca di un’espressione artistica che mi consegni la pienezza del vivere il momento, pienezza che sento spesso sfuggire dalle mani, come sabbia. L’arte, in molte sue declinazioni, intesa come “creare altro al di fuori di sé”, come protesi che materializza intenzioni ed equilibrio e significato, mi dà il sollievo che cerco. Alla scultura sono arrivata si può dire per una serie di fortunate circostanze. Da una parte questa mia ricerca di nuovi mezzi espressivi (totalmente interiori e autodidatti) proseguiva spostandosi dalla scrittura, alla fotografia, alla materia, e dalla materia lignea preformata (realizzavo lavori utilizzando caratteri tipografici di legno in disuso). Dall’altra la nuova amicizia con uno scultore triestino, (Alessandro Cok) le ore di parole e visioni artistiche, il confronto con la scultura e con me stessa di fronte alla scultura, mi ha attratta magneticamente alla forma plastica, all’azione del creare forme nello spazio. Come spesso accade quando nasce un amore, in breve tempo un cortocircuito sensoriale mi ha portata a mettere la mani per la prima volta nell’argilla. Da lì, non tutto è stato facile, anzi, ma è stato naturale, primordiale, un traguardo che diventava partenza. Ho compreso che le sacche di varia arte nelle quali mi ero immersa non erano esperimenti fini a sé stessi, non strade sbagliate, ma affluenti dello stesso fiume, che insieme portavano al mare. E’ vivendo nella scultura una multidimensionalità spaziale, che ho compreso la mia multidimensionalità artistica e che ho dato respiro ad una mia profonda multidimensionalità dell’essere.

Chi sono queste Muse?

Sono Interiori, le mie Muse. Completamente differenti dalle figure delle Muse classiche ispiratrici delle arti, le mie Muse Interiori sono archetipi multidimensionali dell’essere umano, sfaccettature di ognuno di noi che attraverso il tempo, lo spazio, il pubblico, il privato, sono parte di noi e ci costituiscono. Ogni Musa Interiore rappresenta proprietà caratteriali (come “Invidia” o “Ventanni”), o momenti e sensazioni (ad esempio “Grace”), emozioni profonde e private (ad esempio “Warrior” o “Nomorewords”), e apparizioni sociali (come “Lady Harlot”).

Le tue sculture irrompono nella realtà, le percepisco come una profonda necessità, che si è manifestata all’improvviso, è urgente ed esplosiva, irrefrenabile. Partendo da questa mia percezione, vorrei chiederti a tal proposito come è stato per te lavorare su di loro, cosa hai scoperto, o hai imparato, creandole, cosa, insomma, ti hanno mostrato?

Le mie sculture è esattamente questo che fanno in me, si manifestano urgentemente attraverso me e la profonda necessità che sento. Ogni ragionamento calcolato, ogni studio del mercato, ogni analisi critica, o richiesta da parte di chi le guarda, non sono solo inutili per farmi lavorare al meglio, ma dannose. Mi influenzano come un ronzio di sottofondo che mi distrae dal mio percorso. A me piace pensare che ogni aspetto intimo dell’essere umano abbia una dimensione naturale, senza tempo e misteriosa, che a sua volta è narrazione di una storia, più o meno intrecciata agli altri aspetti. Immaginando la scultura in questo modo visionario, riesco a spaziare, all’interno di figurazioni più o meno immediate e a dare forma ad alcune delle sfaccettature del mio universo, che sono le mie emozioni, prepotenti o impalpabili, o le più difficili da affrontare. Per me, le emozioni, così come i momenti temporali, le difficoltà, le forme, i suoni, le materie, le intenzioni, i colori, sono singoli mattoni dell’Universo di diversa materia e tempo, è un Unico e un Insieme. Le mie sculture nascono in un linguaggio espressivo figurativo, e sono attori privati e segreti della medesima piece, l’Uomo e le sue inquietudini, le sue meraviglie e banalità. E’ attraverso loro, attraverso il sottolineare significati e sfumature dell’Essere, per farle emergere ed essere riconosciute, che imparo ad accettare ogni significato e sfumatura di ciò che mi sta intorno, e dentro.

Intervista ad Alessandra Spigai di Stefania Nebularina, vicedirettore, webmaster e blogger di Bloggokin , appassionata di fumetti, grafica e arte, cerca la libera espressione in ogni sua forma e manifestazione. 

(P.I.)





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