domenica 28 luglio 2013

La metafora del performante @ DoubleRoom c/o Gruppo78

Gli eventi performativi.
Ma cos'è una performance?
Un'opera d'arte, un pezzo di teatro, pura esuberante vanità.
Comunque un'opera che si compie con gli altri. Senza un pubblico una performance cessa di essere. Una performance più di ogni altra opera d'arte. O no?
La performance senza uno spettatore si compie e persiste nel puro gesto dell'artista. Alfa e omega nell'atto stesso.
Se l'opera d'arte è un rapporto tra l'oggetto e il soggetto suo fruitore, nella performance l'oggetto è esso stesso un soggetto che atta artisticamente e fruisce di sé. Ma quanto conta la iterazione tra oggetto e soggetto fruitore?
Osserviamo.
Alla data e ora convenute il pubblico comincia a radunarsi per assistere alla performance.
Il performante fa. Atta. Performa.
Il pubblico al di qua di una immaginaria linea di divisione osserva.  Sembra che il flusso sia tutto nella direzione dal performante attante al pubblico captatore.
Alla data e ora convenute il performante assiste all'arrivo del pubblico, il suo posizionarsi di fronte in attesa della performance, il seguire il performante, e poi trattenersi per commentare.
Non è forse che il pubblico stesso esegue una performance? Non è forse bizzarro quanto ovvio pensare che un certo numero di persone diversissime convergano nello stesso posto, facciano da pubblico, poi discutano in gruppetti, bevano del prosecco, e poi riprendano i propri percorsi di vita.
Il bello della performance con i suoi gesti, la semantica, effetti da teatro e quan'altro è il coinvolgimento forte di una certa moltitudine nel pensiero dell'artista.
Come un giro sull'ottovolante.
Performate. Di più.

















Nessun commento:

Posta un commento